Furto di democrazia, con destrezza!!!

Non ci siamo, finora, mai avventurati al di fuori dei temi strettamente attinenti alla realtà e alle questioni dei cittadini di Ospitaletto e del suo territorio, ma quanto accaduto in Parlamento ieri, con l’approvazione definitiva della nuova Legge elettorale, merita di essere valutato e commentato anche localmente, perché direttamente incidente su ciascuno di noi.

Con procedura a voto segreto e con le opposizioni che hanno abbandonato l’aula prima del voto, il Governo Renzi e la maggioranza del Partito Democratico sono riusciti ad imporre al paese l’ITALICUM, una Legge elettorale che attribuisce ad un solo partito la maggioranza assoluta dei seggi (vedasi  riquadro  riepilogativo), trasformando di fatto e in modo surrettizio, dopo l’abolizione del Senato in forma elettiva, una repubblica parlamentare in una presidenziale, smantellando anche quei contrappesi che, nelle vere democrazie presidenziali, bilanciano il potere dell’esecutivo.

Furto di democrazia, con destrezza, quello a cui abbiamo assistito ieri sera, visti i numeri con cui la legge è stata approvata: 334 voti favorevoli, solo 19 in più rispetto ai 316 che rappresentano la maggioranza dei Deputati eletti.

Un premio di maggioranza illegale (non siamo noi a dirlo, ma tale lo ha sancito la Corte Costituzionale) ha assicurato questo risultato: in forza del Porcellum, i parlamentari sono stati eletti secondo norme incostituzionali e, ciò nonostante, Renzi e la maggioranza PD, forti di tale illegalità, hanno reiterato il furto di democrazia!!!

Dal Porcellum, per rimanere nella terra di Renzi e della Boschi, siamo passati alla Cinta Senese!!!

Certo, la Corte Costituzionale, bocciando il Porcellum, si era affrettata a dichiarare comunque legittima l’elezione di questo Parlamento, ma, ahinoi, solo in Italia, la culla del diritto, anche la Corte Costituzionale sa prendersi e prendere i cittadini per il fondo schiena.

Purtroppo, con questa Cinta Senese, i mezzi di comunicazione, sempre più asserviti alle posizioni del nuovo uomo del destino, hanno già confezionato in anticipo degli ottimi salumi, affettati e ben disposti sugli occhi degli italiani.

Con queste parole vorremmo invitare tutti, favorevoli, contrari o indifferenti che siate alle scelte di Renzi e del suo Governo, a riflettere su quanto ci si vuol far passare sopra la testa.

Da cittadini, civicamente, dobbiamo tenere gli occhi ben aperti: imporre a colpi di voto di fiducia l'Italicum, la riforma costituzionale, il Jobsact, vi pare sia un buon mattino per l'evoluzione democratica di questo paese?

In particolare, una regola che deve valere per tutti come una legge elettorale, non dovrebbe essere frutto del confronto e della più ampia convergenza possibile?

L'agire di un ex sindaco, catapultato a capo del governo senza alcuna legittimazione elettorale, che sempre più pare emulo, seppur nei diversi contesti, di Mussolini quando introdusse la legge Acerbo del 1923, non vi crea qualche perplessità e qualche legittimo dubbio?

In base a quella legge elettorale (legge 18 novembre 1923 n. 2444, nota come "legge Acerbo"), alla lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa dei voti a livello nazionale - purché avesse almeno il 25% - venivano assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni (ciò significava l'elezione in blocco di tutti i candidati della lista, essendo essi 356), mentre gli scranni rimanenti erano assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale.

«La riforma fornì all'esecutivo "lo strumento principe – la maggioranza parlamentare – che gli avrebbe consentito di introdurre, senza violare la legalità formale, le innovazioni più traumatiche e più lesive della legalità statuaria sostanziale, compresa quella che consisteva nello svuotare di senso le procedure elettorali, trasformandole in rituali confirmatori da cui era esclusa ogni possibilità di scelta».

Lo ha scritto, con riferimento alla Legge Acerbo del 1923, Alessandro Visani in “La conquista della maggioranza. Mussolini, il PNF e le elezioni del 1924” (pubblicato nel 2004); ci auguriamo vivamente che parole simili, un domani, non siano l’epitaffio di questa nostra democrazia.

Chiediamo, in particolare a chi di voi sia un militante, un votante o un semplice simpatizzante del PD: ma se tutte queste cose, se questa involuzione civile e democratica, se il regresso sociale che permea il pensiero e l'operato del segretario di un partito da lui trascinato nel profondo del Tacherismo, fossero state approvate da Berlusconi, come avreste reagito e cosa avreste posto in atto?

Se Berlusconi avesse anche solo proposto l'abolizione di fatto dell'art. 18, se solo avesse riproposto in una legge elettorale le porcate bocciate dalla Consulta, se solo avesse tolto la possibilità di votare i senatori, non avreste gridato, manifestato, sfilato, protestato contro il rigurgito fascista?

Berlusconi voleva avere il 51% degli elettori per governare senza ostacoli; questa legge non dà la maggioranza in Parlamento ad un solo partito, anche solo con il 25/30% del consenso, per governare come se avesse il 55%?

 

 

Va tutto bene, solo perchè è il vostro segretario a volere queste cose o, piuttosto, è tutto ancor più sbagliato, proprio perchè il vostro segretario TRADISCE spirito e principi fondanti, morali storici e culturali, della nostra Repubblica, TRADISCE voi, il vostro entusiasmo e la vostra intelligenza?

 

 

 

Vi chiediamo scusa se le nostre parole vi potranno sembrare troppo dure, ma vi invitiamo a fermarvi un secondo e provare a riflettere.



A quanto pare, non siamo i soli a pensarla in questo modo.

Leggete cosa scrive Maurizio Viroli su Il fatto quotidiano di mercoledì 6 maggio 2015.

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