VORREMMO SAPERE...
Non sappiamo quanti cittadini di Ospitaletto, la sera della domenica di Pasqua, abbiano avuto modo di vedere su RAI3 l'ultima puntata di PresaDiretta (chi l'avesse persa la può trovare qui), che ha trattato diffusamente il gravissimo caso del PCB della Caffaro che da decenni inquina una vasta area di Brescia, senza che nulla di concreto sia stato avviato per la bonifica e la tutela della salute degli abitanti.
Tra i concittadini crediamo che ancor meno persone sappiano che il problema ci coinvolge molto più da vicino di quanto si possa pensare.
Il 1° aprile 2008, cinque anni fa, quando era il coordinatore del Comitato Salute e Ambiente di Ospitaletto, di cui fu co-fondatore, sul blog del comitato il nostro co-referente scriveva:
Come da copione, nessuno rispose a quelle domande.
Non risposero i Sindaci di Passirano e Castegnato, nei cui territori sono collocati i luoghi inseriti nel SIN unitamente all'area di Brescia circostante la Caffaro.
Non rispose il Sindaco di Ospitaletto e anche l'opposizione di allora non presentò nemmeno un'interrogazione o una mozione sull'argomento.
Come il Comune di Brescia non si costituì contro la Caffaro, non lo fecero nemmeno i succitati amministratori.
Nel frattempo la Caffaro è fallita e, probabilmente, nessuno pagherà per le bonifiche.
Meglio, pagheremo tutti, salvo i responsabili.
Oggi, a distanza di cinque anni, a Brescia riesplode il Caso CAFFARO e, forse, la città si è svegliata dal "sonno delle menti", che sempre "genera mostri".
Da noi, tutto tace!
Poche settimane fa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riclassificato il PCB, prima indicato come "probabilmente cancerogeno", collocandolo fra le sostanze "certamente cancerogene".
A Brescia, le indagini epidemiologhiche hanno segnalato che l'incidenza delle tipologie di tumori, che possono essere connesse con la presenza di PCB, è superiore rispetto al resto dell'Italia settentrionale.
Indagini epidemiologiche risalenti a oltre 10 anni fa, segnalavano anche per Ospitaletto incidenze sopra la media.
Non vogliamo fare del "terrorismo" e scatenare il panico tra i concittadini, ma riteniamo più che mai necessario che la gente conosca i fatti, prenda coscienza del problema e chieda ai propri Amministratori che intervengano e, finalmente, affrontino seriamente la questione, attivando tutte le procedure e tutti i tavoli utili a fornire le dovute informazioni e, se necessario, a richiedere energicamente gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti.
La recente decisione della Giunta comunale di redigere un nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT), comporta la ridefinizione di tutti gli atti e documenti ad esso connessi.
Di questa "inquietante" presenza, fuori dall'uscio ma impattante anche per il nostro territorio, l'Amministrazione comunale ha il dovere di tener conto e i documenti necessari alla definizione del nuovo PGT non possono ignorarla o minimizzarla.
Dal Dossier Inquinamento (qui riprodotto in calce) redatto dai "ragazzi" di Passirano, sono trascorsi ben 33 anni, nulla è stato fatto e una bomba ad orologeria incombe sulla nostra comunità.
Il tempo trascorso, non abbiamo elementi per esserne certi ma è logico supporlo, potrebbe aver portato a corrodere i fusti collocati nella Cava Vallosa, con conseguenze che non vogliamo immaginare.
Le analisi sull'acqua della prima e della seconda falda freatica sotto la cava, già nel 2002, evidenziavano la presenza di PCB, a differenza della terza, a 50 m di profondità, che ne risultava indenne.
Sarebbe importante sapere come sia oggi la situazione e, considerato l'andamento delle falde, sarebbe indispensabile che si effettuino analisi approfondite e a largo spettro sulle sostanze presenti nell'acqua che esce dai nostri rubinetti.
Sarebbe il caso di sapere ed essere rassicurati che, davvero, la falda cui attingiamo sia ancora indenne da presenza di PCB, che i nitrati, un paio d'anni fa "al limite" del consentito, siano ancora sotto soglia, sapere quanto sia e se sia sotto soglia, nell'insieme del cromo totale disciolto, l'ammontare del solo, pericolosissimo, cromo esavalente che, tra le altre cose, pare, almeno questo è apparso sui giornali, sia stato rilevato nella discarica abusiva all'interno della Stefana posta sotto sequestro di recente.
Ovvio che tali analisi siano richieste all'ARPA, soggetto terzo pubblico ed autorevole, e non ad A2A, gestore della rete idrica comunale, non essendo questo certamente il caso per "chiedere all'oste se il vino è buono".
VORREMMO SAPERE... CHIEDIAMO TROPPO?
Dossier inquinamento. La discarica di fanghi industriali di Passirano, supplemento a "Medicina Democratica", n. 17, gennaio-febbraio 1980 (Fonte: http://www.webalice.it/a.zinelli)
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