Le peripezie con la Soprintendenza.

Cittadini o sudditi?

L’Italia si dice sia la culla del diritto.


La Costituzione Repubblicana garantisce pari diritti e pari dignità a ogni Cittadino ma, nella realtà quotidiana i piatti della bilancia sono truccati: due pesi e due misure secondo le circostanze.


Di fronte ai doveri, al fare sacrifici, al tirare la cinghia per pagare i debiti fatti da qualcuno, si fa appello al senso di responsabilità dei cittadini.

Quando qualcuno reclama il rispetto dei propri diritti o chiede conto delle azioni intraprese (o delle inerzie frapposte) da chi ha l’obbligo di tutelare tali diritti, allora il cittadino non è più tale: non conta nulla ed è trattato peggio dei sudditi, al tempo del medioevo, soggiogati dai signorotti locali.


Vi sembrerà forse un’esagerazione ma, possiamo assicurarvelo, non lo è.


Quindici giorni fa, inviammo l’esposto alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici in merito allo “scippo di ferragosto” e una settimana fa richiesta ufficiale d’incontro per conoscere quali azioni avesse intrapreso la Soprintendenza per la tutela di Lovernato.

Da parte di un ufficio pubblico, rispondere a una richiesta, oltre ad essere cortesia, è un dovere, ma questo non sembra essere noto nelle stanze di via Gezio Calini.

La richiesta ufficiale già seguiva contatti informali per ottenere un incontro ed era quindi normale sentire il tecnico di zona o la sua segreteria per sollecitare una risposta.

Avute risposte elusive e dilatorie, mercoledì 29 agosto, ci siamo rivolti alla segreteria del Soprintendente, per sentirci rispondere che “esistono apposta i responsabili di zona” ai quali rivolgersi, senza dover “disturbare” niente di meno che il Soprintendente.

Come fosse una pallina da pingpong, tra rimpalli di competenze e ostruzionismi burocratici, la nostra richiesta non trovava interlocutori e, quindi, abbiamo "discusso" con le segreterie del Soprintendente Alberti e del responsabile di zona Gentile.


Nulla da eccepire nei confronti delle persone, dovendo esse agire in base alle istruzioni ricevute; assolutamente censurabile il filtro ferreo imposto dai funzionari e l’impossibilità di averli al telefono, anche per un solo secondo.


L’unica risposta, se tale si può definire, dataci dagli impiegati è stata la comunicazione che Soprintendente e Tecnico di zona "si sono parlati" martedì e che dovremmo pazientare che ci arrivi una loro lettera, con la quale spiegheranno quanto avrebbero fatto.

Un appuntamento? Neanche a parlarne, “non ci sono solo i tralicci di Lovernato” e poi, “forse che si mettono a ricevere il primo cittadino che vuol parlare con loro... ”.

E che cavolo, che c...o vogliamo?

E' dalla seconda metà di luglio che sulla scrivania del Soprintendente giace la lettera del Commissario del Comune di Ospitaletto, dott. Naccari, e si sono riuniti solo martedì?

Che cosa pretendiamo: “Ci sono state le ferie, abbiamo tre province di cui occuparci e siamo sotto organico di 15 persone. A Mantova abbiamo anche il terremoto... ”.

Eufemisticamente parlando, ci sono letteralmente girati...


Sentirci trattare da sudditi e non da cittadini è mortificante, ma non per questo ce ne staremo mogi mogi, a cuccia, ad aspettare.


Se in tempi ragionevoli non ci daranno risposte, o se tali argomentazioni non fossero soddisfacenti, siamo pronti a valutare l’invio all’autorità competente di una denuncia per omissione di atti d’ufficio.

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